sabato 3 dicembre 2011

Ospedali: sprechi per 13 miliardi

Ospedali: sprechi per 13 miliardi. Quasi un terzo dei finanziamenti per gli ospedali pubblici, il 29%, non viene speso per curare i malati.  Uno spreco da 13 miliardi di euro l’anno. È la «quota di inefficienza» delle aziende ospedaliere, quella cioè che risulta sottraendo, dai fondi stanziati per la gestione ordinaria, il valore delle prestazioni erogate. Una diagnosi inaccettabile  che emerge dal Rapporto Ospedali & salute 2011 realizzato su dati del 2009 da Ermeneia per conto dell’Aiop.
Le risorse impiegate dagli ospedali delle 15 regioni a statuto ordinario eccedono del 27,9% il fabbisogno. Peggio le regioni a statuto speciale: 36,1%. In media, appunto, il 29%. Il dato regionale rivela grandi differenze. Al Nord (21,8% la quota media di inefficienza) la regione più virtuosa fino allo scorso anno, la Lombardia (che passa dal 16,9 al 19,3%), cede il posto al Veneto (dal 18,1 al 17,2%). Al Centro (32,8%) è il Lazio col suo 41,3% ad alzare la media rispetto al 25% circa delle altre regioni, con 1.900 milioni di euro sprecati. Lazio comunque in lieve miglioramento: era al 43%. Grave la situazione al Sud: la Campania è al 41,7% (era al 42,4), la Calabria ha la maglia nera col 46,4%. Non vanno molto bene nemmeno le regioni a statuto speciale e le province autonome: Sicilia 37,8%, e Sardegna 41,8, ma anche Valle d’Aosta 35,9, Trento 32,2 e Bolzano 35,2. Meglio il Friuli Venezia Giulia (24,8).
 La percentuale della spesa per l’ospedalità pubblica, sul totale della spesa sanitaria, continua a crescere: nel 2004 era il 42,8%, cinque anni dopo il 46,8. Stabile, anzi in flessione, la spesa per l’ospedalità privata accreditata, passata negli stessi anni dal 4,1% al 4.
Come intervenire? Come evitare gli sprechi? Come fornire un valido servizio ai cittadini? Far capire a tutti che prima viene la salute e poi il denaro, anche perché non esiste soddisfazione maggiore che offrire aiuto a chi soffre o ci chiede aiuto. Quella delle strutture sanitarie deve essere una missione e non soltanto un lavoro.

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