lunedì 23 gennaio 2012

Eurropei..... meteodipendenti anche da TG

Non soltanto gli italiani, ma anche gli europei soffrono di "dipendenza" dal meteo. Non si tratta di una malattia ma di una piccola ossessione delle popolazioni del vecchio continente. Uscire di casa senza aver consultato le previsioni meteo appare ormai impossibile per 1 europeo su 3 e questo ha scatenato non solo i molteplici servizi offerti da centri specializzati, siti internete, servizi di telefonia ma anche i telegiornale. Si tratta di una vera e propria caccia al telespettatore. La maggior parte delle reti televisive internazionali, conscie della consuetudine, hanno inserito il metereologo, la giornalista o la meteorina di turno all'interno dei propri tg ottenendo ascolti molto interessanti.


Ma qual'è la storia della metereologia. Interessante ripercorrerla.
Già gli antichi babilonesi si interessarono ai fenomeni atmosferici e tentare di prevedere le evoluzioni del tempo, indagando le caratteristiche delle nubi e degli astri, ma le loro ricerche si fermarono ad un livello di protoscienza.
Il termine meteorologia risale a μετεωρολογικά (in latino Meteorologica), titolo del libro scritto intorno al 340 a.C. da Aristotele che presenta osservazioni miste a speculazioni sull'origine dei fenomeni atmosferici e celesti. La parola greca μετέωρος metéōros fa riferimento a oggetti "alti nel cielo", cioè tra Terra e il regno delle stelle, mentre -λογία -logía viene da λέγω légō, "parlo" (cfr. λόγος lógos, "discorso"). Un'opera simile intitolata Libro dei segni (περὶ σημείων ὑδάτων καὶ πνεμάτων καὶ χειμώνων εὐδιῶν, De signis) fu pubblicata da Teofrasto, un allievo di Aristotele; era centrata più che altro sulla previsione del tempo sulla base dell'osservazione dei fenomeni. Catalogò 80 previsioni di pioggia, 50 di temporale e 24 di tempo sereno; se alcune di esse appaiono oggi ingenue e poco credibili, altre invece erano frutto di osservazioni e spiegazioni razionali.[


Ai tempi della dinastia cinese Han il filosofo Wang Chong nel 80 d.C. effettuò una serie di studi sui fenomeni meteorologici e fisici di una certa rilevanza.[2]
Nel Medioevo le previsioni venivano elaborate utilizzando come riferimento la posizione di pianeti e stelle. In questo periodo storico nacquero gli almanacchi, che in un primo tempo erano tavole astronomiche utili per ottenere il giorno della settimana riferito a qualunque era, ma che in seguito divennero pubblicazioni multisettoriali con annesse previsioni per gli agricoltori.[1] Tra gli scritti più significativi si ricordano i trattati sulla meteorologia del naturalista arabo Al-Kindi e di Avicenna, oltre all'invenzione di quest'ultimo del termometro per l'aria.



Una data importante per gli sviluppi futuri della meteorologia fu il 19 giugno 1657, data che vide la formazione a Firenze dell'"Accademia Fiorentina del Cimento", nella quale un gruppo di scienziati, finanziati da Ferdinando II de' Medici, iniziò a indagare l'atmosfera con il metodo scientifico-sperimentale, e che organizzò, per la prima volta, un osservatorio meteorologico internazionale in cui una rete di studiosi sparsi su tutto il territorio europeo, dopo aver ricevuto la necessaria strumentazione dagli scienziati fiorentini, si assunse il compito di registrare le informazioni riguardanti i parametri atmosferici fondamentali (pressione, temperatura, umidità, vento, stato del cielo) e di inviarli successivamente a Firenze.[1]
Ulteriori progressi in campo meteorologico aspettavano che strumenti più accurati fossero disponibili. Leonardo progettò un igrometro per misurare la l'umidità dell'aria, Galileo (o Santorio Santorio), costruì un termometro nel 1607, seguito dall'invenzione del barometro da parte di Evangelista Torricelli nel 1643. La prima scoperta della dipendenza della pressione atmosferica dall'altezza fu fatta da Blaise Pascal e Cartesio; l'idea fu approfondita anche da Edmund Halley. L'anemometro per la misurazione della velocità del vento fu costruito nel 1667 da Robert Hooke, mentre Horace de Saussure completa l'elenco dei più importanti strumenti meteorologici nel 1780 con l'igrometro a capello per misurare l'umidità.


Nel Settecento, la Royal Society in Gran Bretagna e l'Accademia delle Scienze in Francia realizzarono altri due osservatori internazionali e nel 1730 Vitus Jonassen Bering impiantò stazioni di rilevamento anche in Siberia.
Altri progressi tecnologici, che sono conosciuti principalmente come parte del progresso della scienza fisica stessa, furono la ricerca della dipendenza del volume dei gas dalla pressione, che condusse all'equazione di stato e alla termodinamica, e l'esperimento di Benjamin Franklin sull'elettricità atmosferica eseguito con l'aquilone per la cattura dei fulmini. Franklin fu inoltre il primo Americano a registrare in modo accurato e dettagliato le condizioni del tempo su base giornaliera ed uno dei primi americani ad effettuare previsioni del tempo su base giornaliera.


Edmund Halley pubblicò nel 1686 la prima mappa dei venti alisei e fu il primo a fare la connessione tra riscaldamento solare e circolazione atmosferica globale. George Hadley fornì una corretta spiegazione generale della circolazione atmosferica globale, con uno studio sugli alisei effettuato nel 1735. (Per questo motivo, la particolare circolazione atmosferica che si presenta nella cella tropicale prende il nome di "cella di Hadley"). Agli inizi ci fu una comprensione parziale di come la rotazione della terra influisse sulla cinematica dei flussi d'aria. Più tardi (nel XIX secolo) fu compresa la piena estensione dell'interazione a larga scala tra la forza del gradiente di pressione e la deflessione causata dalla forza di Coriolis, che causa il movimento delle masse d'aria lungo le isobare. La forza di deflessione prese questo nome nei primi anni del XIX secolo con riferimento a una pubblicazione di Gaspard-Gustave Coriolis del 1835 che descriveva i risultati di uno studio sull'energia prodotta da macchine con parti in rotazione come le ruote ad acqua dei mulini. Nel 1856 William Ferrel ipotizzò l'esistenza di una "cella di circolazione" alle latitudini intermedie, in cui l'aria veniva deflessa dalla forza di Coriolis creando i principali venti occidentali. Questa cella su in seguito battezzata cella di Ferrel.


L'osservazione sinottica del tempo atmosferico era ancora resa complessa dalla difficoltà nel classificare certe caratteristiche climatiche come nubi e venti. Questo problema fu risolto quando Luke Howard e Francis Beaufort introdussero il loro sistema di classificazione delle nuvole (1802) e della forza del vento (1806), rispettivamente. Il vero punto di svolta fu tuttavia l'invenzione del telegrafo nel 1843 che permetteva di scambiarsi informazioni su tempo e clima con velocità prima ineguagliata. Nel 1878 venne fondata l'Organizzazione meteorologica internazionale che molti anni dopo diverrà "mondiale".
All'inizio del XX secolo i progressi nella comprensione delle dinamiche atmosferiche portarono alla creazione delle moderne previsioni del tempo calcolate su basi rigorosamente matematiche. nel 1922, Lewis Fry Richardson pubblicò Weather prediction by numerical process (Previsioni del tempo per processi numerici), che descriveva come eliminare le varianti meno importanti nelle equazioni di dinamica dei fluidi che regolano i flussi atmosferici per permettere di trovare facilmente soluzioni numeriche. Tuttavia, il numero di calcoli necessario era troppo grande per essere gestito prima dell'avvento dei computer.
Nello stesso periodo un gruppo di meteorologi norvegesi, che diedero vita all'omonima scuola, condotto da Vilhelm Bjerknes sviluppò un modello concettuale per spiegare la generazione, l'intensificazione e la dissoluzione dei cicloni extratropicali a media quota, introducendo l'idea del fronte meteorologico e della suddivisione tra le masse d'aria. Il gruppo includeva Carl-Gustaf Rossby (che fu il primo a spiegare il flusso atmosferico su larga scala in termini di fluidodinamica), Tor Bergeron (il primo a comprendere il meccanismo di formazione della pioggia) e Jacob Bjerknes. Tuttavia questo modello concettuale non spiegava il meccanismo fisico che sta alla base della ciclogenesi. Tale meccanismo, noto come instabilitá baroclina fu suggerito da Jule Greogry Charney nel 1947 e perfezionato da Eric Eady nel 1949.


In anni recenti in ambito climatico sono stati sviluppati anche modelli climatici usati per studiare i cambiamenti climatici a lungo termine come quelli dovuti ai gas serra.

 E per concludere la domanda dell'anno! Da dove deriva il termine metereologia? Ma dal greco.... Il termine deriva dal  μετεωρολογία, meteōrología, da μετέωρος metéōros, "elevato" e λέγω légō, "parlo", quindi "discorso razionale intorno agli oggetti alti". La parola μετέωρος ha un'etimologia incerta, forse da μετά metá "con, dopo" e αἴρω áirō "alzo". Buon meteo a tutti!!!!!

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