domenica 29 gennaio 2012

Il mestiere del giornalista e la "pravda"-verità






Essere giornalista non è un mestiere semplice, essere un buon giornalista non è possibile a tutti, essere un giornalista “libero”  è una fortuna per pochi. Il nostro è un mestiere entusiasmante ma anche difficile ed impegnativo. Bisogna offrire ai lettori la notizia  la cui base si fondi sulla “pravda” la verità.  Questo è quello che desideriamo fare nel nostro impegno quotidiano su “Grognards”  Noi ci crediamo ed a voi il compito di seguirci.
Proprio sull’argomento informazione è intervenuto  il  Papa Benedetto con il messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebrerà il prossimo 20 maggio. Il tema scelto quest’anno dal pontefice è “Silenzio e parola: cammino di evangelizzazione”. Silenzio e parola, ha scritto il papa, sono due aspetti essenziali di ogni comunicazione – senza l’uno, l’altro viene privato di senso: “Il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto”.
 Per papa Benedetto XVI, il silenzio “apre… uno spazio di ascolto reciproco” che rende “possibile una relazione umana più piena”. È nel silenzio, infatti, che “ascoltiamo e conosciamo meglio noi stessi”, che il pensiero si “approfondisce” e che “comprendiamo con maggiore chiarezza ciò che desideriamo dire o ciò che ci attendiamo dall’altro”.
 Allo stesso modo, “tacendo si permette all’altra persona di parlare, di esprimere se stessa, e a noi di non rimanere legati, senza un opportuno confronto, soltanto alle nostre parole o alle nostre idee”.
 Non a caso, ha proseguito il pontefice, “nelle diverse tradizioni religiose”, la solitudine e il silenzio sono “spazi privilegiati per aiutare le persone a ritrovare se stesse e quella Verità che dà senso a tutte le cose”.  Anche nel mondo contemporaneo, in cui l’uomo “è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte”, il silenzio “è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo, proprio per riconoscere e focalizzare le domande veramente importanti”. “Là dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti – aggiunge papa Ratzinger -, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio”
Fare informazione senza nascondere nulla, raccontando i fatti nella loro semplicità è anche il proclama lanciato dall’ l'Unione cattolica della stampa italiana.
Il messaggio è stato lanciato  nella Cappella palatina della Reggia di Caserta, durante il confronto pubblico promosso all'interno del 18esimo congresso nazionale dell'Ucsi. Il confronto è stato aperto  dal vescovo di Caserta, monsignor Pietro Farina, che ha evidenziato come la “credibilità del’informazione” passi attraverso “la credibilità del giornalista”, chiamato ad aver sempre presente “la vita delle persone cui si riferisce”.
E alla credibilità si è rifatto anche monsignor
Mariano Crociata, segretario generale della Cei. “L'autorevolezza del giornalista è una dimensione essenziale della professione giornalistica - ha rimarcato il segretario generale della Cei - necessaria per essere un servizio pubblico, orientato al bene comune dell’intero nostro Paese”.
Dal direttore di “Avvenire”,
Marco Tarquinio, è arrivata la richiesta del rispetto di un’etica poiché “impastiamo i nostri racconti con la vita della gente”. “L’informazione che noi facciamo – si è chiesto – è un servizio pubblico o privato? Questo è il grande quesito”.
Il dir
ettore del Giornale radio Rai, Antonio Preziosi è intervenuto specificando che , “bisogna capire, nel bombardamento informativo cui siamo sottoposti, quale sia l’informazione buona”. Sulle esigenze di riforma dell’ordinamento professionale è intervenuto Franco Siddi, segretario della Federazione nazionale della stampa, chiedendo “un organismo in grado di agire con efficacia immediata rispetto ai colleghi che sbagliano”.  Il presidente della Federazione dei settimanali cattolici, Francesco Zanotti, ha evidenziato che “per recuperare autorevolezza bisogna fare leva sulla credibilità e sulla competenza”, ricordando che si è “giornalisti per i lettori, e non per servire qualcuno o qualcosa. (R.D.)


Nessun commento:

Posta un commento