mercoledì 18 gennaio 2012

La grande protesta siciliana

 

Quando la rabbia degli autotrasportatori, per il caro carburanti che non si arresta, mette in ginocchio una intera regione e nessun tg, quotidiano o trasmissione tv ne parla!

Da martedì 17.01.2012, la Sicilia dalle prime luci dell'alba si trova a fare i conti con la rabbia paralizzante degli autotrasportatori, che hanno chiuso porti, autostrade, strade statali e ferrovie. Ma non basta, perchè questa volta la protesta non rimarrà fine a se stessa, in quanto non risparmia neppure l'approvvigionamento dei carburanti, costringendo la gente a code lunghissime per assicurarsi un po di carburante per i proprio mezzi. Nelle città come Palermo, Catania, Messina e gli altri capoluoghi, fino ai piccoli centri, il traffico congestiona la rete stradale, creando problemi e disagi alla normale circolazione. Già in serata, i distributori presi d'assalto esponevano cartelli con scritto “carburante esaurito”, e numerose sono state le resse per accaparrarsi qualche litro del “carissimo” carburante. Le conseguenze si ripercuotono non soltanto sulla circolazione stradale ma anche su quella ferroviaria, dove si registrano pesanti ritardi, se non la totale soppressione dei treni. I disagi maggiori riguardano studenti, lavoratori pendolari e tutti coloro che dai paesi dell'interno si muovono perchè necessitano del servizio sanitario offerto dagli ospedali del capoluogo. Numerosi gli autobus sostitutivi messi a disposizione dalle Ferrovie dello Stato ma che non bastano a sopperire il servizio ferroviario. Si assiste a dei veri e propri assalti ai supermercati e negozi di alimentari, che già da oggi risultano privi di generi di prima necessità, e siamo soltanto al secondo giorno di protesta! I media non si occupano minimamente di sottolineare alla “scomoda” notizia, che soltanto sulla rete trova il giusto risalto. In un momento di grave crisi internazionale, di manovre economiche durissime e profonda sfiducia nella classe politica, deve essere la mancanza di informazione il prezzo da pagare per “l'isolamento” datoci anche dalla posizione geografica?


Dino e Giusi G. (nostri lettori)

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