mercoledì 30 maggio 2012

SI POSSONO PREVEDERE I TERREMOTI?

 Tre anni fa L'Aquila era coperta di macerie e sinistramente silenziosa. In trecento non riuscirono a guadagnare la via della salvezza. Le polemiche infuriavano: molti avrebbero potuto essere salvati. In primo luogo, se le costruzioni avessero rispettato le più elementari norme antisismiche, o se la sabbia mescolata al cemento con il quale erano costruite molte abitazioni non fosse stata allungata eccessivamente con l'acqua. Ma altri avrebbero potuto essere ancora vivi se avessero avuto la fortuna, capitata a molti, di essere in contatto con un tecnico aquilano che da mesi, regolarmente, effettuava previsioni che erano consultate anche dal sindaco, Massimo Cialente, nonché dai Vigili del Fuoco e dalla Prefettura. Ma anche così, se almeno fosse andata in onda quella maledetta intervista dove Giuliani, unica voce fuori dal coro delle rassicurazioni della Protezione Civile, avvertiva di un possibile forte sisma in arrivo, il numero di vittime avrebbe certamente potuto essere inferiore.

 Quello che era mancato a L'Aquila, nei mesi precedenti alla catastrofe, si chiamava informazione. Così, insieme ai lettori di byoblu.com che volevano sapere, tentammo un esperimento: la realizzazione di un documentario che cercasse di spiegare chi era Giampaolo Giuliani e su cosa si basava effettivamente la sua tecnica di previsione dei terremoti. Migliaia di persone aderirono al progetto, e i loro nomi scorrono in un fiume ininterrotto che ancora oggi è capace di emozionarmi, in coda al dvd. Avevamo fatto rete. Un'altra informazione era possibile. Magari meno sfavillante, meno ricca di roboanti effetti grafici e più lineare, in linea con lo spirito di internet che bada al sodo più che ai fronzoli, ma sicuramente utile.

 E poichè in rete le informazioni parziali non piacciono (qui si usa così), decisi che un documento informativo sulle nuove, supposte frontiere della prevedibilità dei terremoti non sarebbe stato completo se non fossi andato anche all'INGV, l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, fiore all'occhiello della scienza sull'argomento. Ma feci anche di più: portai il direttore della Sezione di Tettonofisica e Sismologia, Antonio Piersanti, direttamente a L'Aquila, nei laboratori di Giuliani, e filmai il loro incontro senza tagli e senza censure. Senza tanto girarci intorno, avevo fatto incontrare due mondi, quello della scienza e quello della ricerca indipendente, lasciando che i lettori si facessero un'idea da soli, cercando di interferire il meno possibile nella discussione accesa che si era sviluppata.

 Oggi, in conseguenza del terremoto che ancora ed ancora torna inesorabilmente a colpire le nostre terre, generando nuovi morti, nuovi cumuli di macerie e nuovi sfollati, credo sia giunto il momento di rendere disponibile a tutti, e non solo a coloro che parteciparono al progetto iniziale, il materiale girato. Con l'auspicio che possa servire da ulteriore stimolo alla discussione e all'avvio di una nuova fase di approfondimento.

 Ecco il primo dei quattro episodi principali, nel quale Giampaolo Giuliani si presenta, racconta la sua storia, come è arrivato ad occuparsi di terremoti e ci accompagna per mano a L'Aquila, il 6 aprile 2009, a poche ore dal terremoto che avrebbe provocato morte, distruzione e un dolore infinito. Nei prossimi giorni, a seguire, arriveranno il secondo episodio, la visita all'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per capire insieme cosa sono i terremoti, come vengono studiati e di quali sofisticate atrezzature dispone il centro di controllo di Roma. Poi ancora sarà la volta di una seduta approfondita nei laboratori di Giuliani, per capire come effettivamente funziona la sua tecnica e quali ne sono le premesse teoriche. Infine, vedremo insieme il confronto tra coloro che rappresentano due forze alternative e complementari che da sempre nella storia si sono contrapposte, a volte senza vincitori né vinti, a volte con la chiara prevalenza nel tempo dell'una o dell'altra: il sapere accademico e la spinta riformatrice, spesso considerata eretica.

 Se è vero che non tutto ciò che promette nuovi sviluppi corrisponde a una verità foriera di vantaggi concreti, è anche fuor di dubbio che la storia è piena di idee dapprima giudicate frutto di blasfemia scientifica, poi accettate in parte o nella loro interezza grazie al tempo e al coraggio di chi ha saputo non darsi mai per vinto.


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