martedì 28 agosto 2012

Il mondo piange Neil Armstrong, ispirò generazioni

Il dolore di Aldrin e Collins. Anche Mosca gli rende omaggio 

  Neil Armstrong fotografato da Buzz Aldrin nell’Apollo 11

 

L'impronta del primo piede umano sulla Luna in un'immagine d'archivio

  Alan Shepard e Neil Armstrong

Il mondo intero, non solo l'America, piange Neil Armstrong, l'eroe "umile e coraggioso" scomparso a 82 anni e che 43 anni fa fu il primo essere umano a calcare il suolo lunare. Il presidente statunitense, Barack Obama, lo ha definito "uno degli eroi più grandi di tutti i tempi". Ma da tutte le capitali mondiali giunge il cordoglio e la costernazione per l'uscita di scena di un uomo che ha ispirato intere generazioni. "Ha rappresentato una fonte di ispirazione per tutta l'umanità", ha detto il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso.

Il dolore più grande, però, è quello dei suoi altrettanto temerari compagni di avventura: Edwin 'Buzz' Aldrin e Michael Collins, oggi entrambe ottantunenni. "Ci siamo addestrati insieme ed eravamo buoni amici. E' il miglior pilota che abbia mai conosciuto. Saremo sempre legati alla nostra partecipazione alla missione Apollo 11", commenta commosso Aldrin, che insieme ad Armstrong per tre giorni passeggiò sulla luna raccogliendo reperti, scattando foto e facendo esperimenti.
Mentre Collins, il terzo membro dello storico equipaggio, rimase nel modulo di comando in orbita. "Neil mi mancherà terribilmente", afferma con enorme tristezza lo stesso Collins che ribadisce: "Armstrong è stato il migliore". La pensa così anche John Glenn, anche lui 81 anni, primo americano ad effettuare un volo in orbita: "Armstrong era audace e allo stesso tempo umile".
A rendergli omaggio è anche Mosca, che in quell'ormai lontano luglio del 1969 perse una delle sfide più serrate ingaggiate dall'ex Unione Sovietica e dagli Stati Uniti negli anni della guerra fredda: la corsa allo spazio. Del resto lo stesso Armstrong non perse mai occasione di ricordare le imprese e il sacrificio di tanti colleghi sovietici, da Yuri Gagarine (il primo uomo nello spazio nel 1961) in giù, senza i quali neanche la sua impresa sarebbe stata possibile.
"Quello che ha fatto Armstrong è stato un enorme successo, un grande passo in avanti verso la conquista dello spazio", riconosce l'ex cosmonauta russo, Viktor Gorbakto. Dai pionieri del passato a quelli del presente. Il miliardario britannico Richard Branson, che punta ad essere il primo col programma Virgin Galactic a portare turisti nello spazio, ricorda Armstrong come "una leggenda", "una persona straordinaria che è riuscito in una cosa assolutamente straordinaria".
Infine il ricordo di un rappresentante di un mondo totalmente diverso da quello di Armstrong: il ricordo dello stilista italo-francese Pierre Cardin, che nel suo ufficio a Parigi ha in mostra una foto che lo ritrae 43 anni fa in visita alla Nasa, con indosso proprio la tuta di Neil. "Sono l'unica persona a cui è stato concesso di indossare la tuta che Armstrong aveva quando mise piede sul nostro satellite", spiega lo stilista. (ANSA)

 

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