mercoledì 29 agosto 2012

Un Gorbachev italiano?


Gorbachev

Qualche settimana ero a Pai in Thailandia e cercavo qualcosa da leggere nelle serate solitarie a base di latte di soia dolce.
Tra un “Angeli e Demoni”, un romanzo di Clancy e le Lonely Planet, é spuntata fuori questa autobiografia di Gorbachev.
Mi piacciono le biografie e autobiografie, le trovo “inspiring”.
Ho dato i 200 bath alla cassiera addormentata e mi sono immerso nell’Unione Sovietica del secolo scorso.
Dopo qualche giorno ero già arrivato agli anni 80, ai primi passi della Perestroika, e a quel punto ho avuto la sorpresa:
ho cominciato a vedere dei forti parallelismi tra l’Unione Sovietica degli anni 80 e l’Italia di questi tempi.
E più andavo avanti con la lettura, più mi convincevo che stiamo vivendo una specie di fine regime, con i leader politici ancora immersi in una visione della società irreale, rivolta al passato e impegnata nella preservazione dello status quo.
<– inizio parte noiosa –>
Tra di loro ad un certo punto apparve Gorbachev, un giovane comunista (relativamente giovane, gli altri erano tutti sopra i 70 anni) che aveva capito il bisogno di cambiare.
Il sistema comunista non democratico ad economia controllata era fallito.
Bisognava democratizzare il paese, per liberare le energie, e permettere lo sviluppo dell’imprenditoria privata.
Iniziò così un processo di rinnovamento che fu duramente messo alla prova dai conservatori (che volevano che le cose restasserò così) e i democratici (che volevano la fine del comunismo, ma non erano per nulla democratici).
Alla fine sappiamo com’é andata a finire: la disgregazione dell’impero, i paesi satelliti europei che entrano nella sfera di influenza occidentale, il disastro economico di tutta l’area ex sovietica che cade nell’anarchia.
Però a Gorby dobbiamo riconoscere di avere capito ed aver agito.
Se poi le cose non sono andate come sperava, pazienza, un uomo da solo non può fare tutto.
Ha chiuso con la guerra fredda, iniziato il disarmo, dato la libertà di parola alla gente  e la libertà di autodeterminazione dei popoli.
Non fosse intervenuto un rinnovatore sarebbe potuta andare molto peggio, per tutti.
<– fine parte noiosa –>
In Italia oggi un Gorbachev  ancora non l’abbiamo, anzi, il processo che si sta facendo é contrario: riduzione della libertà di stampa, diminuzione dei partiti, impoverimento della popolazione e nessun gesto concreto né visione di largo respiro.
Sono i vecchi che si chiudono a riccio col bottino sotto il culo e che si chiudono nelle stanze del potere a tramare nuovi piani che sanno di vecchio.
Dov’é il nostro Gorbachev? Quello che prenderà il potere e cercherà, troppo tardi, di cambiare le cose?
Perché é troppo tardi e saranno tutti spazzati via, questo é ormai ovvio, ma cosa arriverà dopo?
Già dopo Craxi ci siamo beccati Berlusconi, il suo erede politico.
Nessuno osava pensare che ci potesse essere peggio di Craxi, no?  Eppure…
E chi arriverà dopo Berlusconi?  Non osiamo immaginare un personaggio più viscido, ma spesso la realtà supera la finzione.
Quanto in basso dovrà cadere il nostro paese prima che possiamo tornare a viverci e sentire di avere le redini in mano, noi, e non un’accozzaglia di affaristi, mafiosi e leccaculi dove le brave persone sono l’eccezione?

http://www.tzetze.it/2012/08/un-gorbachev-italiano.html

Nessun commento:

Posta un commento