venerdì 30 novembre 2012

DEPRESSIONE: UNA CURA BLOCCA LE RICADUTE PER 2 ANNI

 ROMA - Buoni risultati dalla sperimentazione, condotta su mille pazienti in tutto il mondo, che per due anni è riuscita ad evitare ricadute nelle forme ricorrenti di depressione, che si manifestano cioé periodicamente. I risultati dello studio sono stati presentati a Toronto, nel congresso dell'Associazione Americana di Psichiatria.

Obiettivo della ricerca è trattare la depressione ricorrente come se fosse una malattia cronica e somministrando quotidianamente ai pazienti una molecola a rilascio prolungato, chiamata venlafaxina, che agisce sui neurotrasmettitori coinvolti nell'umore, come la serotonina e la noradrenalina. Dallo studio è emerso che nel 92% dei casi i pazienti arruolati nello studio non hanno avuto ricadute. La somministrazione prolungata del farmaco, già disponibile in Italia, si è dimostrata positiva - a quanto riferito - anche sotto il profilo della sicurezza.

"Se il paziente non si sente più male non vuol dire che è guarito, in agguato potrebbe esserci sempre una ricaduta. E ogni ricaduta rende il paziente sempre più fragile e vulnerabile", ha osservato il direttore del dipartimento di Psichiatria del Fatebenefratelli di Milano, Claudio Mencacci. "E' noto - ha aggiunto - che l'80% dei pazienti che hanno avuto due episodi di depressione rischiano di avere altri episodi, entrando nel tunnel della cosiddetta depressione ricorrente. Ecco perché è importante il trattamento a lungo termine. Ed ecco perché la depressione deve essere considerata una patologia molto frequentemente cronica come l'ipertensione e il diabete".

Anche secondo il direttore della struttura di Psicologia clinica e Oncologia dell'università di Torino, Riccardo Torta, "quando un paziente depresso viene adeguatamente curato in pratica è guarito dall'episodio. Però questa guarigione può non essere totale e cioé il depresso ha ancora sintomi che solo apparentemente sono banali". Ad esempio può conservare un certo distacco dalla famiglia e dal lavoro, o lamentare sintomi somatici. Finora, ha aggiunto, la cura della depressione si è basata su farmaci diretti su un solo bersaglio, la serotonina, e per questo motivo non riuscivano a contrastare in pieno i sintomi. Molto più efficace, ha concluso Torta, si è invece dimostrato riuscire a colpire un doppio bersaglio, agendo sia sulla serotonina che sulla noradrenalina, più efficace nel contrastare i sintomi residui.

(ANSA)

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