venerdì 30 novembre 2012

UN FARMACO NATO PER IL DIABETE TIENE LONTANA L'EMICRANIA


ArchivioMILANO - Se come nemico non lo puoi vincere evita di incontrarlo. Un principio di antica saggezza messo in pratica dalla ricerca scientifica sulla terapia dell'emicrania. Dopo anni di ricerche per trovare farmaci in grado di togliere il mal di testa, oggi vengono annunciati buoni risultati (anche miglioramenti del 60%) con una molecola utilizzata per prevenire gli attacchi emicranici, evitando che insorgano. E' a base di topiramato, neuromodulatore già usato come antiepilettico, che il Ministero della Sanità ha approvato qualche giorno fa con l' indicazione di cura proprio per l'emicrania.

Sarà questo il tema protagonista del 2/o Congresso Nazionale dell' Associazione Neurologica Italiana Ricerca sulle Cefalee (ANIRCEF) in programma a Bologna dal 17 al 20 maggio e presentato all'Istituto Neurologico Besta di Milano da Gennaro Busone, responsabile del Dipartimento Neuroscienze Cliniche e da Pasquale Montagna, presidente del meeting bolognese.

Il topiramato - spiega Bussone - nasce per essere usato nel diabete, come ipoglicemizzante orale; poi per caso se ne scoprono proprietà antiepilettiche. Infine, solo all'inizio del nuovo secolo, si pensa ad utilizzarlo nell'emicrania. "Il fatto che rallenti il metabolismo degli zuccheri - afferma Montagna - spiega perché può contrastare sia gli attacchi epilettici che quelli emicranici". Ma per comprendere come, per Bussone, "bisogna conoscere i progressi fatti negli ultimi anni dalle conoscenze sull'emicrania, che non sono di poco conto". Si è compreso, infatti, che "l' emicrania colpisce chi ha un cervello con caratteristiche speciali, sempre in allerta, con una cronica insofferenza ai cambiamenti" (ecco spiegata ad esempio, la cefalea da week-end).

E il dolore è il modo con cui il cervello si protegge da una situazione a cui non riesce ad adattarsi. "Il neurone emicranico - spiega Montagna - è in una perenne situazione di precario equilibrio energetico: davanti allo stesso stimolo consuma più energia di un neurone normale. Così il cervello emicranico - aggiunge il neurologo facendo un paragone col motore dell'automobile - finisce per lavorare sempre 'in riserva', consumando più energia di quella di cui può disporre. In questa situazione, le cellule nervose che continuano a pigiare sull'acceleratore, finiscono con iper-eccitarsi. Come estrema difesa, il motore va in blocco innescando un dolore spontaneo".

Ecco dunque spiegato il meccanismo d'azione del topiramato, che agisce sulla principale fonte energetica delle cellule nervose modulando, equilibrando il modo del motore di utilizzare l'energia e impedendo alle cellule nervose di iper-eccitarsi scatenando attacchi di emicrania (o di epilessia). In questo modo, l'emicrania non viene combattuta quando ormai si è innescata, ma semplicemente viene prevenuta. Un farmaco quindi da non usare al bisogno, ma ogni giorno anche in assenza di emicrania e per lunghi periodi, sempre sotto controllo medico. Una sorpresa: anche senza una dieta specifica, fa perdere in media cinque chili in nove mesi.

Dal 2000 a oggi il topiramato è stato sottoposto a numerose sperimentazioni in varie parti del mondo. Al Besta se ne è occupata Licia Grazzi, che al congresso di Bologna riferirà sui risultati ottenuti dal farmaco neuromodulatore: "Nei pazienti con emicrania cronicizzata, con attacchi quotidiani, i risultati sono stati incoraggianti: la percentuale dei miglioramenti è stata del 50-60% con una netta riduzione nel numero delle crisi mensili e miglioramento deciso della qualità di vita. Inoltre é diminuito il numero dei giorni di cefalea al mese così come il numero di analgesici assunti in un mese. Nei pazienti, questo ha comportato un netto miglioramento nell'espletamento delle attività quotidiane anche lavorative e, spesso, la ripresa di una vita sociale che per molti di essi era ormai finita".

Gli effetti dell'emicrania cronicizzata sono devastanti: "Ci sono persone - afferma Bussone - che per mesi o anche per anni, prendono dalle 7 alle 10 dosi di antinfiammatori al giorno. Pensate un po' agli effetti nell'apparato gastrointestinale o in quello renale. Almeno il 30% dei ricoveri per l'emicrania sono per abuso di analgesici. Questi pazienti devono prima essere disintossicati dai farmaci, e solo dopo essere sottoposti a una terapia contro l'emicrania divenuta ormai cronica".

Si tratta di centinaia, di migliaia di persone in tutta Italia, dove il mal di testa severo colpisce 9.800.000 persone con una prevalenza femminile di due donne ogni uomo, con costi sociali diretti e indiretti calcolati in 3500 euro l'anno per paziente. Inoltre, l'emicrania è causa di tensioni familiari e sociali nel 43% dei casi; nel 23% ha ripercussioni nella sfera sessuale, nel 28% dei casi interferisce sui programmi per le ferie. Ancora: denunciano ansia e depressione il 60% dei cefalalgici gravi. Settantacinque pazienti su 100 ricorrono all' automedicazione ma, come ha sottolineato Bussone, il 30% ne fa un abuso pericoloso.

(ANSA)

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