giovedì 31 gennaio 2013

Svolta nell'attentato ad Alberto Musy: fermato a Torino 'l'uomo con il casco'



Francesco Furchì era nella stessa lista del consigliere ferito, tuttora in coma


 Francesco Furchi

 Francesco Furchi, l'uomo con il casco


 Il consigliere comunale Alberto Musy


 Una foto di archivio del 21 marzo 2012 mostra agenti di polizia mentre effettuano i rilievi davanti all'ingresso dello stabile di via Barbaroux 35 a Torino dove Musy e' stato raggiunto da tre colpi di pistola esplosi da uno sconosciuto

La polizia di Torino ha effettuato il fermo dell'uomo che, il 21 marzo dello scorso anno, avrebbe sparato ad Alberto Musy, consigliere comunale dell'Udc, da allora in coma profondo. La persona fermata si chiama Francesco Furchì, ha 50 anni ed è nato a Ricadi (Vibo Valentia). Presidente dell'Associazione culturale Magna Grecia Millenium, nelle ultime elezioni comunali a Torino era candidato nella lista Alleanza per Torino, che sosteneva la candidatura a sindaco di Musy. Alle Comunali del 2011 Francesco Furchì ottenne 57 voti, 8/o nella lista 'Alleanza per l'Italià che raccolse 3.113 preferenze, lo 0,78% totale. L'associazione Magna Graecia Millenium, con sede nel centro di Torino, è stata costituita per promuovere la cultura, il turismo ed i prodotti tipici delle regioni Calabria Puglia Sicilia e Basilicata.

I MOVENTI - Sono principalmente tre i moventi - secondo quanto hanno ricostruito gli investigatori - ad armare la mano di Francesco Furchì contro Alberto Musy'. Il mancato appoggio di Musy a un concorso per cattedra universitaria a Palermo;la mancata nomina a cariche comunali dopo che Furchì si era impegnato nella campagna elettorale a sostegno di Musy nel 2011;il mancato impegno di Musy nel reperire investitori che Furchì cercava per le sue attività. L'indagato viveva come un torto tutte le tre vicende. Tra i moventi ce n'è uno legato alle vicende della società ferroviaria Arenaways. Secondo la ricostruzione degli investigatori, Furchì avrebbe voluto partecipare al salvataggio di Arenaways nella fase del fallimento, nel 2011. Secono quanto ricostruito dagli inquirenti, Furchì prese contatti con Giuseppe Arena e stava lavorando alla costituzione di una cordata di imprenditori. Per questa ragione aveva chiesto aiuto a Musy che, tuttavia, non riuscì o non volle metterlo in contatto con ulteriori investitori. Questo alimentò, sempre per gli inquirenti, l'astio di Furchì nei confronti del capogruppo dell'Udc.
PM, NON CERTO CHE FURCHI' ABBIA AGITO DA SOLO - Non è certo che Francesco Furchì, accusato di avere sparato ad Alberto Musy, abbia agito da solo. Lo scrive, nelle conclusioni del decreto di fermo, il pm Roberto Furlan. "L'attentato - si legge - presenta ancora vari punti oscuri". Tra questi, se Furchì "avesse un complice che gli ha segnalato in qualche modo il rientro della vittima".
'SONO INNOCENTE' - Una breve dichiarazione spontanea in cui si è professato innocente: così la notte scorsa Francesco Furchì si è rivolto al pm Roberto Furlan durante l'interrogatorio. Alle domande degli inquirenti ha preferito non rispondere. Persona di indole violenta e vendicativa che aveva contatti con persone con precedenti di polizia: è il profilo che danno gli investigatori di Francesco Furchì, fermato per l'agguato al consigliere Udc, Alberto Musy. "L'indagine - ha detto il procuratore Giancarlo Caselli - è stata lunga, paziente, faticosa, analitica. Senza esagerazione é stata un'indagine mastodontica, gigantesca, un setacciamento incredibile di una serie di figure gravitanti nell'orbita della vittima. Abbiamo impegnato le migliori risorse della procura e della polizia, spendendo un tempo infinito. E' stato come il lavoro dei cercatori d'oro, che setacciano quantità incredibili di sabbia e di acqua per individuare un qualche granello". Ad aver portato all'identificazione di Furchì due consulenze tecniche del Politecnico di Torino. Una ha esaminato le sequenze ottenute con le telecamere disseminate lungo il percorso compiuto dall'attentatore prima di raggiungere la casa di via Barbaroux, ricostruendo altezza, larghezza spalle e ogni altro dato utile per l'identificazione del soggetto. La comparazione tra i dati ottenuti e quelli di Furchì è superiore al 90%, per alcuni tratti anche del 99%. La consulenza sulla camminata e la postura dell'attentatore e quelle di Furchì ha evidenziato caratteristiche fisiche uguali, peculiarità che derivano da malformazioni fisiche.
LA MOGLIE DI MUSY. VOGLIO INCONTRARE CHI HA CAMBIATO LE NOSTRE VITE - "Vorrei incontrare l'uomo che ha sparato a mio marito e ha cambiato le nostre vite". Lo avrebbe confidato ad amici Angelica D'Auvare, la moglie di Alberto Musy, dopo avere appreso del fermo dell'imprenditore accusato di avere ferito gravemente il consigliere comunale dell'Udc. Nei mesi scorsi la signora Musy aveva rivolto un appello pubblico ad aiutare gli investigatori ad individuare "chi ha compiuto quel gesto orrendo".  "Sono riconoscente agli investigatori per il proficuo lavoro svolto nel corso di questi lunghi mesi". Angelica, moglie di Alberto Musy, commenta così la notizia del fermo del presunto autore dell'agguato in cui il marito è stato ferito lo scorso anno. "Adesso - aggiunge all'ANSA - aspetto ulteriori sviluppi dall'inchiesta.

Alberto Musy, avvocato, esponente dell'Udc, venne gravemente ferito il 21 marzo dell'anno scorso con sei colpi di pistola calibro 38. Uno sconosciuto, ripreso dalle telecamere, con un casco integrale bianco da motociclista sul capo e un soprabito scuro, si presentò al portone della palazzina di via Barbaroux, nel cuore vecchio di Torino, dove abitava Musy con la moglie Angelica Corporandi d'Auvare e le quattro figlie. Lo sconosciuto s'apposta nel cortile e quando Musy rientra dall'aver accompagnato le bambine a scuola, s'avvicina, scambia con lui poche battute, poi spara. Non lo colpisce subito, ma dopo un inseguimento nel cortile della palazzina. Una volta raggiunto lo scopo, quando vede Musy a terra, il sicario se ne va. Prima di entrare in coma, l'avvocato fa in tempo a dire a un vicino di casa: "é stato un uomo di 40 anni...". Musy è ancora adesso ricoverato in una casa di cura riabilitativa, ma non ha più ripreso conoscenza.

(ANSA)

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