domenica 31 marzo 2013

Da Iran, Corea Nord e Siria stop a accordo unanime



Verso voto in assemblea, storico si' Usa scatena ira delle lobby


 Onu: trattato armi, Usa verso si'

di Valeria Robecco
E' atteso già per martedì prossimo il "sì" dell'Onu al primo Trattato internazionale sulla compravendita delle armi. Dopo due settimane di trattative al Palazzo di Vetro, e con lo storico accordo degli Usa grazie alla svolta impressa dal presidente Barack Obama, lo sforzo globale per regolamentare il multimiliardario commercio delle armi convenzionali ha subito una battuta d'arresto, dopo che Iran, Corea del nord e Siria hanno impedito il raggiungimento di un accordo unanime, ma è ora comunque in dirittura d'arrivo per ottenere l'approvazione da parte dell'Assemblea Generale. Con il no dei tre Paesi non si è potuto adottare il testo 'per consenso', ossia con il via libera di tutti i 193 membri dell'organizzazione internazionale. L'amministrazione Obama, in una dichiarazione congiunta con altri 11 Stati, ha però subito sollecitato il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a portare la legge davanti all'organo Onu "il più presto possibile" per il voto. I sostenitori del documento Onu sono ottimisti e sperano in un largo consenso per ottenere il pollice alzato da parte dei due terzi dei membri. In caso di esito positivo, il testo necessiterebbe poi della ratifica da parte di 50 Paesi per avere effetto. "Siamo fiduciosi, ci sono buone probabilità che venga approvato", ha spiegato il capo dell'ong Oxfam, Anna MacDonald, responsabile per la campagna sul controllo delle armi.
Dopo che l'ultimo tentativo di negoziazione nel luglio scorso si era concluso con un nulla di fatto proprio perché America, Russia e Cina avevano chiesto più tempo, gli Usa sono finalmente pronti a firmare il testo. Ma l'ipotesi sempre più vicina del via libera americano ha suscitato l'ira della National Rifle Association (Nra): la potentissima lobby delle armi statunitense ha definito il trattato un attentato al diritto sancito nel Secondo Emendamento della Costituzione Usa, quello che garantisce a tutti il possesso di pistole e fucili per la legittima difesa. Anche in caso di firma del trattato l'Nra non ha intenzione di arrendersi e promette di fare pressione insieme ai suoi alleati in Congresso per impedirne la ratifica. Messaggi di apprezzamento per la svolta impressa dalla Casa Bianca sono arrivati invece dagli attivisti: "Ci complimentiamo con l'amministrazione Obama, che ha scelto di stare dalla parte giusta della storia", ha detto il presidente di Oxfam America, Raymond Offenheiser. "Questo trattato permetterà di salvare vite umane e vietare l'esportazione di armi che verrebbero utilizzate per commettere crimini di guerra e attacchi deliberati contro i civili - ha aggiunto -. Non possiamo fermarci sino a che il testo non verrà adottato". Il documento definisce per la prima volta gli standard internazionali per la compravendita di armi, legandoli al rispetto dei diritti umani: non controlla l'uso domestico, ma richiede che i membri si dotino di normative nazionali sul trasferimento delle armi e delle loro componenti. E' previsto inoltre il divieto, per gli Stati che ratificano il trattato, di trasferire armi convenzionali in caso di violazione di un embargo, atti di genocidio, crimini contro l'umanità e crimini di guerra. Per autorizzare o meno l'esportazione, il testo prevede che siano i Paesi a valutare se le armi potrebbero essere usate per violare i diritti umani o utilizzate da terroristi o membri della criminalità organizzata.
(ANSA)

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