sabato 29 giugno 2013

Il Credo di Margherita Hack: la vita, la morte, la malattia, il rifiuto delle cure


In un libro la scienziata, atea, si confronta con la fede e la spiritualità

Margherita Hack, la Signora delle stelle, ha deciso di affidare e affrontare con il suo amico prete di frontiera, don Pierluigi Di Piazza, un confronto aperto in  Io credo , libro a due voci arrivato in libreria per l’editoreNuovaDimensione.
Un racconto lungo tutta una estate, che mi vede fortunata protagonista, nel coordinare e anche provocare queste due personalità così speciali.
Un vero e proprio “testamento spirituale” di una atea dalla sensibilità cristiana con un prete dell’accoglienza, il fondatore del Centro per immigrati “Balducci”, alle porte di Udine.
Marga, come la chiamano gli amici, ha sospeso ogni incontro e impegno pubblico a causa dell’ aggravarsi improvviso delle sue condizioni di salute.
“Vado in pensione – ha detto – definitivamente“. Con un sorriso, lo stesso che ci ha regalato in tanti anni di vita spesa tra scienza, impegno e coraggio.
Può essere questo “confronto allo specchio” un esempio di come l’etica, l’impegno, la scienza e la conoscenza aperti al prossimo e alla società, siano un reale punto di partenza verso nuovi orizzonti, e verso nuove nuovi modi di comunicare tra mondi diversi, che fanno del rispetto e dell’ascolto il loro credo, nel segno del progresso?
Dopo l’uscita del libro, a fine novembre, e le prime presentazioni in giro per l’Italia, la Hack è stata ricoverata d’urgenza per il riacutizzarsi di problemi cardiaci già esistenti. Le sono state proposte due operazioni “salva vita”, entrambe rifiutate, in linea con il suo pensare.
“Voglio vivere quello che mi resta a casa, con mio marito Aldo e i miei amici animali. Non ho paura della morte – ha detto -. Ho scelto di rinunciare a un doppio intervento che ritenevo pericoloso – ha confermato – ma le mie battaglie e il mio impegno  proseguiranno, nei limiti del possibile, sia come astrofisica e che come cittadina”.
Continuerà a seguire le presentazioni del libro con collegamenti via skype, “perché – ha sottolineato – tengo davvero molto a questo lavoro”. Niente vita pubblica, niente ricerca, lei che si è raccontata, proprio in questo suo ultimo libro, come una introversa di natura, che la sua professione e la sua umanità hanno portato a costante contatto con la gente e col mondo.
Un cambio di vita al giro di boa dei 90 anni, compiuti lo scorso 12 giugno. Una delle molte e straordinarie vite di questa grande donne e grande scienziata. Una scelta coraggiosa, quasi militante, che merita rispetto e fa pensare.
Ecco allora la storia di 6 mesi di incontri e confronti, confessioni e sorrisi, bilanci e progetti nella casa di Margherita e Aldo, assieme a don Pierluigi Di Piazza, nel rione triestino di Roiano.
Cosa mi resta di questo confronto tra “il diavolo e l’acqua santa”?
La forza interiore e la giovinezza di spirito e mente di Margherita Hack, astrofisica di fama internazionale, e il coraggio e il sano anticonformismo di don Pierluigi Di Piazza,  “prete di strada” . Si incontrano per la prima volta nel 1993, in un confronto pubblico per parlare di ateismo e fede. Ora, dopo quasi 20 anni, la necessità di raccontare, con parole scritte, una grande amicizia dalle solide radici, come l’etica e la libertà di pensiero che li ha sempre uniti.
Un racconto dove l’ateismo di Marga non si contrappone ma si confronta con la religiosità di Pierluigi, oltre la dicotonia “credere-non credere”.
E questo succede quando si parla di concetti universali, come progresso civile, rispetto per tutti gli esseri viventi, accoglienza, etica, coerenza, impegno. Margherita dice che credere in Dio “è troppo comodo”, Pierluigi parla di fede come di un “affidamento”, parla di Gesù di Nazareth e del suo esempio, della vera forza di Dio, ma di un Dio “fuori dal tempio”.
L’umanità di Margherita, il suo amore per Aldo, marito da 68 anni, la sua coerenza, anche ora, nella malattia, sono i suoi tratti distintivi. Che si arricchiscono e si integrano col coraggio di Pierluigi, con la sua vita vissuta per gli altri, ma anche con i suoi dubbi, verso una Chiesa chiusa a preti sposati e alle donne.
Un libro, Io credo, nato quasi come un conto da saldare, un dono da offrire, un sguardo alto, antidoto alle bassezze di questi tempi di inganni e di crisi, di incertezze e di mancanza di valori. Un libro che la malattia di Margherita ha trasformato davvero nel suo confronto più vero, con la sua vita, i suoi pensieri, i progetti ai quali è costretta a rinunciare. Attorno a lei un gruppo di lavoro che si è trasformato quasi in famiglia.
Le giornate in ospedale, le lunghe discussioni per convincerla a seguire quanto deciso dall’équipe del professor Sinagra, direttore del dipartimento di cardiologia nell’ospedale di Trieste, che l’ha in cura.
“Ho un cuore matto, e me lo tengo”, così dopo pochi giorni di degenza, contro tutto e contro tutti, firma per le dimissioni volontarie. Margherita torna a casa, nonostante il fisico denunci tutti i suoi problemi, di respiro, di resistenza alle più piccole fatiche, di difficoltà nel camminare. Ma a tranquillizzare tutti c’è il suo sorriso, dedicato all’amato Aldo, anche lui in precarie condizioni di salute, e ai suoi 8 gatti e un cane, che l’aspettano.
Un sorriso che dà letteralmente vita a una casa dove si respira aria di libertà, di scienza e di conoscenza, circondati da libri, una biblioteca di 24 mila volumi. E poi foto, riviste, appunti, premi, riconoscimenti, un disordine ordinato, che ti fa sentire a casa.
La malattia sembra non esistere più. Sullo sfondo, in salotto, un manifesto: “Margherita Hack Papa”.
E allora si torna a parlare del libro “A cui tengo sempre di più”, confessa Margherita.
“Credo nella solidarietà tra gli esseri viventi, non credo in Dio, ma ammiro Pierluigi che si dichiara un umile credente, sempre in ricerca. Questi sono i preti che stimo, da non credente. Preti al servizio dell’uomo e della comunità, non funzionari della Chiesa”.
“Il nostro vuole essere un confronto laico – chiariscono entrambi – senza maschere, che si offre al lettore come arricchimento etico e culturale”.
Un confronto tra una scienziata e un prete, ma anche tra una donna e un uomo.
Marga, animalista e vegetariana, non incline a concetti come maternità e matrimonio, anche se con Aldo c’ è stato un sì ufficiale, in chiesa, 68 anni fa: “Ma erano altro tempi”, ammette. Pierluigi, cresciuto in seminario, convinto che “L’amore sia la forza della vita”, contesta alla Chiesa ufficiale la chiusura totale verso il matrimonio per i preti e l’ingresso delle donne nel sacerdozio. 90 anni di giovinezza e 65 di coraggio, tutti vissuti intensamente da Marga , toscana di origine, triestina di adozione, e Pierluigi, carnico, della montagna friulana, ma cittadino del mondo.
La “scelta” di Margherita rispetto a temi come la vita, la morte, la malattia, il rifiuto di cure ritenute indispensabili, che tipo di dibattito può aprire?

27ORA / Who?
Marinella Chirico
Marinella Chirico | Sono nata a Udine nel 1958, vivo a Trieste da 20 anni. Sposata, con due figlie adottate in Ucraina, sono laureata in Lettere e giornalista professionista dal 1987. Lavoro alla sede regionale della Rai di Trieste dal 1995. Conduco per la TGR Rai del Friuli Venezia Giulia, mi occupa di cronaca, spettacoli, società. Collaboro con tutte le testate giornalistiche della Rai e ho seguito anche a livello nazionale alcuni dei più importanti fatti di cronaca avvenuti in regione negli ultimi anni. Ho lavorato anche per la carta stampata e per uffici stampa, soprattutto nel campo del teatro.


http://27esimaora.corriere.it/articolo/il-credo-di-margherita-hack-la-vita-la-morte-la-malattia-il-rifiuto-delle-cure/ 

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