domenica 30 giugno 2013

Stop al carbone, attivisti in piazza da Istanbul a Melbourne

Prima manifestazione globale ieri in 60 citta' e 12 Paesi


Manifestazione a Istanbul contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)Manifestazione a Istanbul contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)

Manifestazione a Bucarest contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
Manifestazione a Melbourne contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
Manifestazione a Leipzig contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
Manifestazione a Padova contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
Manifestazione a Brindisi contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
Manifestazione a Mahan contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
Manifestazione a Mindanao contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)

Manifestazione a Bari contro l'uso di carbone (fonte Greenpeace)
ROMA - Da Istanbul (Turchia) a Melbourne (Australia), da Leipzig (Germania) a Mindanao (Filippine), in 60 citta' di dodici Paesi diversi, si e' tenuta ieri la prima manifestazione globale 'End the age of coal' per dire stop all'era del carbone e dare inizio a una rivoluzione energetica fatta di fonti rinnovabili ed efficienza. In Italia si e' manifestato a Bari, Brindisi, Civitavecchia, La Spezia, Padova e Palermo per consegnare al passato una fonte energetica il cui utilizzo e' il primo fattore di alterazione del clima, ricorda Greenpeace.

Da una settimana, a Istanbul, oltre 500 attivisti provenienti da tutto il mondo stanno lavorando per dare vita a una campagna globale contro il carbone. Il 'Global Power Shift', questo il titolo del meeting, e' stato promosso da 350.org con la collaborazione di 45 associazioni tra cui Greenpeace. Ieri in Turchia e' partita una protesta con oltre 3.000 persone, tra cui il direttore di Greenpeace International Kumi Naidoo.

''L'opposizione al carbone, la fonte energetica piu' dannosa per il clima e la salute umana, e' ormai un dato globale'' afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. ''Dalla Turchia, un Paese minacciato da una forte espansione del carbone, sta partendo un'onda di protesta che non si fermera'''.

Un recente studio realizzato dall'Universita' di Stoccarda per Greenpeace segnala come in Europa gli impatti sanitari del carbone equivalgono a circa 22.300 morti premature l'anno: ovvero, piu' di due morti premature ogni ora. Le circa 300 centrali a carbone funzionanti nel continente producono un quarto dell'energia elettrica consumata nell'Unione ma emettono il 70% degli ossidi di zolfo e piu' del 40% degli ossidi di azoto provenienti dal settore elettrico. Queste centrali producono quasi un quarto del totale delle emissioni europee di CO2. La stessa ricerca dell'Universita' di Stoccarda evidenzia come l'impatto della produzione italiana di elettricita' col carbone e' causa di circa 500 casi di morte prematura l'anno in Italia.

In Italia Greenpeace e' impegnata in una campagna contro l'Enel, responsabile di circa tre quarti della produzione nazionale di elettricita' col carbone, a cui chiede di dimezzare la sua produzione a carbone entro il 2020 e di azzerarla al 2030; di rinunciare ai progetti di nuove centrali a carbone e di sostituire la sua produzione a carbone con fonti pulite e rinnovabili.

(ANSA)





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