lunedì 30 giugno 2014

Caso Yara. I legali di Bossetti non chiedono la scarcerazione e accusano “lo avete già condannato”

I legali rinunciano al riesame e puntano tutto sul processo. I legali di Bossetti sostengono l'innocenza del loro assistito: "Tutti l'hanno già condannato" tuona uno dei due avvocati all'uscita dal Tribunale di Bergamo. Da domani al via, a Parma, un contraddittorio tra le parti, alla presenza dei consulenti nominati dall'accusa e dalla difesa.
Caso Yara. I legali di Bossetti non chiedono la scarcerazione e accusano "lo avete già condannato"-Redazione- La difesa di Massimo Bossetti, il presunto omicida di Yara Gambirasio,non presenterà istanza di scarcerazione al Tribunale del Riesame "per una strategia difensiva". Lo fanno sapere i due difensori, Silvia Gazzetti e Claudio Salvagni, che non ritengono"opportuno" in questo momento chiedere la scarcerazione del loro assistito.
I due legali hanno ritenuto opportuno concentrarsi sullo studio della corposa inchiesta su cui la Procura di Bergamo ha lavorato fin dal 26 novembre 2010, giorno della scomparsa della 13enne di Brembate di Sopra.
Fino a domenica hanno mantenuto il massimo riserbo su questa scelta processuale, lunedì alla scadenza dei termini hanno preferito non rivolgersi al Tribunale del Riesame, ma non hanno messo in dubbio l'innocenza del loro assistito. Appare sempre più probabile, invece, la scelta del pm Letizia Ruggeri di chiedere il giudizio immediato.
Lunedì mattina, all'uscita dalla procura di Bergamo, Salvagni ha parlato con i numerosi giornalisti presenti: "Per voi la sentenza è stata già scritta. Tutti l'hanno già condannato, e radio-carcere altrettanto. E' una persona provata, sa di avere contro il mondo, e nonostante tutto giura sulla sua innocenza e ci chiede di far di tutto per dimostrarla". 
"Continuiamo a credere nella sua innocenza, – ha poi proseguito il legale – si tratta di una strategia difensiva: non vogliamo svelare ora le nostre carte, cercheremo di dimostrare in dibattimento quelle che sono le spiegazioni alternative date dal nostro assistito alle accuse degli inquirenti".
Intanto inizierà martedì a Parma, in contraddittorio tra le parti quindi anche alla presenza dei consulenti nominati dalla difesa e dalla famiglia della vittima, l'analisi da parte degli esperti del Ris dell'auto (una Volvo grigia familiare) e del furgone Iveco di Bossetti. Elementi scientifici le cui risultanze andranno ad affiancare gli indizi nei confronti del 44enne carpentiere e si uniranno all'analisi di quanto sequestrato, di recente, in casa e nella legnaia dell'indagato.
In particolare l'attenzione dei carabinieri si focalizzerà sul furgone, uno simile è stato inquadrato da una telecamera in un orario compatibile con la scomparsa di Yara, e su due piccoli coltelli trovati tra gli attrezzi di Bossetti. Coltellini, viste le piccole dimensioni, che potrebbero combaciare con l'arma descritta dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo per colpire più volte Yara. Difficile però ipotizzare che, a quasi quattro anni di distanza, Bossetti abbia conservato il coltello con cui avrebbe ferito la 13enne.

http://www.articolotre.com/2014/06/caso-yara-i-legali-di-bossetti-non-chiedono-la-scarcerazione-e-accusano-lo-avete-gia-condannato/

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