domenica 29 giugno 2014

“E se il tuo vicino di casa fosse nazista?”

Manifesti con foto di gerarchi del Terzo Reich che puntano pistole verso donne e bambini saranno nei prossimi giorni attaccate alle fermate degli autobus di New York. Parte così la campagna dell’eccentrico esponente del partito democratico americano Dov Hikind: “ci sono ex nazisti anche negli Stati Uniti, non è mai troppo tardi per fare giustizia”
AFP
Truppe delle SA, l’organizzazione paramilitare del partito nazionalsocialista in un’immagine del 1930

Parlando ai suoi elettori aveva detto che il matrimonio fra due persone dello stesso sesso è un “errore davanti agli occhi di Dio”; durante una festività religiosa, poi, indossò una maschera nera provocando il risentimento di alcuni cittadini di colore. Rispose che avrebbe potuto “vestirsi da gay” l’anno successivo. Sono soltanto alcune delle tappe che hanno segnato la carriera politica di Dov Hikind, membro dell’assemblea dello Stato di New York, più volte protagonista in passato di controverse prese di posizione su temi razziali, sessuali e religiosi. 

Hikind torna di nuovo a far discutere gli Stati Uniti d’America presentando la sua nuova missione: liberare la sua terra dai criminali di guerra nazisti con l’obiettivo di rispedirli in Germania, perché “non è mai troppo tardi per fare giustizia alle vittime dell’Olocausto” e perché “sono stati i tedeschi a crearlo. L’hanno finanziato comprando uniformi e camere a gas e adesso devono assumersi la responsabilità dei criminali che sono sopravvissuti”. 

Sul suo sito personale ha scritto una nota dai toni duri e decisi per spiegare la campagna pubblicitaria che si appresta a lanciare: da mercoledì prossimo, infatti, su quotidiani e fermate dell’autobus della Grande Mela compariranno gigantografie d’epoca di nazisti che puntano armi a donne e bambini, accanto alla domanda: “Vorresti avere un nazista come vicino di casa?”. 

“Per gli americani – afferma Dario Fabbri, giornalista ed esperto di questioni americane - la vicenda dei criminali nazisti residenti nel paese rappresenta una questione particolarmente scabrosa: all’indignazione che ogni essere umano prova per chi ha commesso crimini tanto efferati, si aggiunge lo sdegno di una nazione che ha sacrificato oltre 400 mila uomini per sconfiggere il Terzo Reich e i suoi alleati e che, suo malgrado, ancora oggi da rifugio a circa 400-500 ex gerarchi e militari nazisti. Non a caso il tema è stato ripreso negli anni anche dalla letteratura e dal cinema: come nel racconto “Un ragazzo sveglio” di Stephen King o nel primo film americano di Paolo Sorrentino “This must be the place”, interpretato da Sean Penn.” 

Hikind, che per il partito democratico rappresenta un quartiere di Brooklyn con una grande percentuale di ebrei ortodossi, ha scritto che la campagna è stata ispirata dal caso di una ex guardia nazista che continua a “vivere comodamente” a New York, Jakiw Palij. “È inaccettabile. Sono certo che anche tutte le persone oneste, indipendentemente dalla loro nazionalità, lo troverebbero inaccettabile se ne fossero a conoscenza, così ho intenzione di portare questa situazione riprovevole all’attenzione di tutti. Le persone decenti non vogliono nazisti come vicini di casa.” 

L’esponente del partito democratico, attraverso il sito Change, ha anche avviato una raccolta firme e intende consegnare al Dipartimento di Giustizia americano una petizione per l’espatrio immediato dei criminali di guerra nazisti che vivono illegalmente negli Stati Uniti. La mole di commenti in calce alla pagina conferma, come diceva Fabbri, che l’argomento per gli americani è particolarmente sensibile. E che si tratta di una ferita, soprattutto per la comunità ebraica, difficile da rimarginare: “si faccia giustizia”, “ho perso i miei genitori uccisi da queste bestie”, “fuori dagli Stati Uniti”, “non è possibile che siano ancora qui”, questi i più blandi.  

http://www.lastampa.it/2014/03/11/societa/e-se-il-tuo-vicino-di-casa-fosse-nazista-TgliFjJKESPBvEfxITSsCL/pagina.html

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