domenica 29 giugno 2014

La super bioplastica?
Arriva dalle acque reflue

Dai nostri scarichi si possono recuperare energie rinnovabili, fertilizzanti, biopolimeri e bioplastiche. A Verona EcoSTP2014, forum scientifico mondiale sulle ecotecnologie nel campo del trattamento delle acque reflue
Francesco Fatone e un pezzetto di bioplastica

“Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, cantava De André. Ma anche energie rinnovabili, fertilizzanti, biopolimeri, e addirittura energia per ricaricare il nostro smarphone (lo studio è di Ingegneria chimica dell’Università di Madrid). Non solo: dalle acque di scarico si può ricavare anche la bioplastica. E non storcete il naso, se un giorno si andrà a fare la spesa con una borsa di plastica ‘nata’ dalle acque reflue. Tranquilli: la bioplastica è del tutto simile alla plastica. Ma è da dove arriva e come è stata creata, che fa la differenza. 

“Non solo sacchetti: la bioplastica ricavata dall’acqua, anzi da un rifiuto, ossia dal materiale di scarico, non contiene petrolio e potrebbe servire anche per altre funzioni, dai parafanghi dell’auto alle penne”. A spiegarlo è Francesco Fatone, giovane e infaticabile ingegnere ricercatore di Impianti chimici del Dipartimento di biotecnologie dell’Università di Verona. Fatone è anche chairman di EcoSTP2014, forum scientifico mondiale sulle ecotecnologie nel campo del trattamento delle acque reflue, che proprio in questi giorni è in corso a Verona: nato da un’iniziativa dell’Ateneo scaligero e il Politecnico di Milano - con il professor Roberto Canziani -, sono giunti 300 ricercatori e professionisti da 41 Paesi nel mondo. 

Impianti che non consumano energia ma anzi, la producono: non è solo utopia. È già realtà, con risultati concreti, casi pilota e impianti dimostrativi. Come l’impianto di depurazione dimostrativo a Bruxelles: lì si recuperano le acque reflue dell’industria dolciaria Mars. Ecco che allora il depuratore diventa “fabbrica di risorse rinnovabili”, ovvero il pilastro della tanto declamata green Economy. Non solo Bruxelles: si produce bioplastica da acque reflue anche a Treviso (all’azienda Alto Trevigiano Servizi, sempre a livello dimostrativo). E sempre a Verona, nei laboratori di biotecnologie, sono presenti due bioreattori: uno accumula bioplastica l’altro produce gas metano. “È il senso delle best practice, dobbiamo imparare a “fare” in modo ecosostenibile: uno sforzo prima di tutto culturale”, commenta Fatone.  

Altro capitolo sono gli investimenti per realizzare queste realtà: è la sostenibilità economica, cruciale affinché la sostenibilità ambientale funzioni. Il binario è quello giusto, quindi, ma di strada da fare ce ne sarà ancora tanta: solo il 10 aprile scorso la Corte di Giustizia ha condannato il nostro Paese per la mancata realizzazione delle reti fognarie in otto agglomerati lombardi e il mancato trattamento delle acque reflue urbane in altri 33 agglomerati, sparsi in 11 regioni italiane. 

http://www.lastampa.it/2014/06/28/scienza/ambiente/focus/la-super-bioplastica-arriva-dalle-acque-reflue-LLGBRcMsN2TDes0E5FrSfI/pagina.html?ult=1

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