domenica 29 giugno 2014

Quando Julia era bruna e armena Ritratto di una leader controversa

“Julija Tymoshenko - la conquista dell’Ucraina” scritto da Sandro Teti, racconta l’ascesa e la caduta dell’ex primo ministro, ma offre anche un’affresco della situazione di un Paese con più anime
AFP
Julija Tymoshenko

“Chi cerca una chiave di lettura degli eventi di questi giorni in Ucraina, può trovarlo in libreria nel volume “Julija Tymoshenko - la conquista dell’Ucraina” (148 pp., 12 euro, Sandro Teti Editore. La Tymoshenko, ex primo ministro e pasionaria della Rivoluzione arancione, fu condannata nel 2011 a sette anni di carcere per abuso di potere e d’ufficio, con l’accusa di aver rovinato il suo Paese sottoscrivendo un contratto capestro con la Federazione Russa di Putin per la fornitura di gas naturale. Durante la rivoluzione di Maidan, il parlamento ucraino ha approvato la depenalizzazione dei reati per i quali è stata incarcerata, e Julija durante i giorni immediatamente successivi alla cacciata del presidente Janukovich è apparsa in pubblico incitando i rivoluzionari; potrebbe essere protagonista delle prossime consultazioni elettorali, che dovranno dare legittimità al potere in carica, incarnato ora dal primo ministro ad interim Arsenij Jacenjuk, che non è stato ancora regolarmente eletto, come lo era stato invece il il presidente Janukovich. 

“Julija Tymoshenko - la conquista dell’Ucraina” non solo è un ritratto lucido e graffiante dell’ascesa e caduta dell’ex primo ministro, ma anche un’affresco dell’Ucraina postsovietica. Il lettore italiano, spesso poco e male informato, può farsi una visione d’insieme della realtà ucraina, divisa in tre, forse addirittura quattro anime diverse, come quella Crimea, che da poco è diventata parte della Federazione Russa, nelle more della più grave crisi internazionale tra Occidente e Russia che la storia ricordi dai tempi della Guerra fredda.  

La parabola di Julija Tymoshenko inizia nella devastata Ucraina postsovietica degli anni Novanta, quando da giovane ragazza bruna di origini armene, piccola imprenditrice della perestrojka, opera su di sé un’incredibile metamorfosi trasformandosi nella bionda rappresentante dell’iconografia nazionale che conosciamo oggi. Grazie a un appassionato sodalizio con l’allora primo ministro Pavel Lazarenko, accumula fortune in gran parte illecite, nascoste in paradisi fiscali, attraverso l’attività di intermediazione sul gas d’importazione russa. Entra in politica cercando e trovando l’appoggio - lei che aveva un nonno ebreo di nome Abram Kapitel’man - dei nazionalisti di estrema destra di Leopoli e dell’Ucraina occidentale. È il bacino elettorale che sostiene partiti xenofobi, antisemiti e ultranazionalisti come Pravy Sektor (settore destra), che sono stati protagonisti della rivoluzione di Maidan ma hanno anche spaccato il Paese, causando la rivolta delle popolazioni di lingua russa della Crimea e dell’Ucraina orientale, le quali - memori degli orrori della Seconda guerra mondiale e del sacrificio dei loro nonni caduti a centinaia di migliaia nella resistenza all’invasione nazifascista - hanno invocato l’intervento della Federazione Russa. Il libro, scritto dallo stesso editore Sandro Teti, con lo pseudonimo di Ulderico Rinaldini, prefato dall’analista militare e geopolitico Alessandro Politi, direttore della NATO Defence College Foundation di Roma, è rigorosamente documentato attraverso fonti ufficiali e articoli della stampa internazionale, ucraina e in lingua russa”. 

http://www.lastampa.it/2014/03/24/esteri/libri/quando-julia-era-bruna-e-armena-ritratto-di-una-leader-controversa-YGrx2zw6f9rrE2q1LOvMBP/pagina.html?ult=1

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