lunedì 30 giugno 2014


Quello che non ci viene detto sull’uso della p o r n o g r a f i a

Quello che non ci viene detto sull’uso della p o r n o g r a f i a

by Daniele Di Luciano

I danni della p o r n o g r a f i a “Nella mia esperienza di terapeuta s e s s uale, ho appurato che qualsiasi persona che si m a s t u r b a regolarmente con l’ausilio di p o r n o g r a f i a rischia di diventare, nel tempo, un tossicodipendente s e s s uale, condizionando sé stesso ad assumere una devianza s e s s uale e/o a turbare un rapporto consolidato con il coniuge o con la fidanzata. Un effetto collaterale frequente è che si riduce drasticamente la loro capacità di amare (ad esempio, ne risulta una dissociazione del s e s s o dall’amicizia, dall’affetto, dalla cura e da altre emozioni sane e caratteristiche che aiutano i rapporti coniugali). Il loro lato s e s s uale diventa in un certo senso disumanizzato. Molti di loro sviluppano “un ego straniero” (o lato oscuro), il cui nucleo è una lussuria antisociale priva della maggior parte dei valori. Nel frattempo, l’aumento di m a s t u r b a z i o n e ottenuto mediante il consumo di p o r n o g r a f i a diventa più invadente nelle relazioni della vita reale. Il processo di condizionamento m a s t u r b a t o r i o è inesorabile e non regredisce spontaneamente. Il decorso di questa malattia può essere lento ed è quasi sempre nascosto alla vista degli altri. Di solito, è una parte segreta della vita dell’uomo, e come un cancro continua a crescere e a diffondersi. Raramente è reversibile, ed è anche molto difficile da trattare e guarire. La negazione da parte del tossicodipendente di s e s s o maschile e il rifiuto di affrontare il problema sono tipici e prevedibili, e questo quasi sempre porta alla disarmonia di coppia e coniugale, a volte il divorzio e, a volte, allo smembramento di altre relazioni intime” Tale citazione, tratta dal saggio P o r n o graphy’s Effects on Adult and Child (Gli effetti della p o r n o g r a f i a su adulti e bambini) del Dr. Victor Cline, mi sembra la più adeguata per dare inizio ad una breve esamina dei danni che il materiale p o r n o grafico (una volta difficilmente reperibile, oggi invece alla portata di tutti, minorenni inclusi) provoca nei confronti di chi ne fa abitualmente uso. Essa infatti, oltre a proporre una visione completamente disumanizzata dell’atto s e s s uale, è in grado di causare nell’ignaro utilizzatore una serie di problematiche, tra le quali alcune di particolare importanza. Come premessa vanno tenuti in considerazione gli studi del Dr. Jason Carroll e dei suoi colleghi (ampiamente citati nel Journal of Adolescent Research), i quali esaminando i dati provenienti da cinque università mettono alla luce che l’87% dei maschi e il 31% delle femmine fa uso di materiale p o r n o grafico. La nuova generazione ha posto la p o r n o g r a f i a come cardine per la propria educazione s e s s uale, l’uomo e la donna sono conseguentemente divenuti semplicemente delle droghe visive usa-e-getta, ed il s e s s o viene ridotto al mero piacere auto-provocato. Espressa questa premessa, cercherò di esaminare brevemente i principali danni che la p o r n o g r a f i a causa: 1. La cosìdetta “impotenza da p o r n o”, ossia la preferenza da parte dell’uomo di materiale p o r n o grafico invece che di una donna (fenomeno tragicamente in crescita). Questo fenomeno poc’anzi descritto ha contribuito al disastro demografico a cui assistiamo ai nostri giorni, infatti stando ai dati riguardanti la crescita demografica nel 1950 ogni Paese attualmente membro dell’Unione Europea aveva un tasso di fecondità superiore al 2.1, ossia quello necessario perché un popolo non si estingua. Attualmente tale tasso risulta utopistico nei medesimi paesi, dato che molti di essi sono in prossimità dell’1.3, altresì detto il più basso tasso di fertilità, dal quale è virtualmente impossibile risollevarsi. Va fatto notare che tale disastro demografico ebbe inizio tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, ossia dall’avvento della cosìdetta rivoluzione s e s s uale. Grande verità fu in questo ambito espressa dallo scrittore Tom Wolfe quando affermò che “Più la p o r n o g r a f i a diventa grande, minore è il tasso di natalità”. 2. Altro aspetto interessante viene evidenziato dall’antropologo di Cambridge J. D. Unwin, il quale nel suo libro S e x and Culture esamina ben ottantasei culture differenti per quanto concerne gli effetti della promiscuità s e s s uale e della selettività s e s s uale. Egli ha dimostrato (in una prospettiva perfettamente laica) che senza eccezioni  le culture praticanti una monogamia stretta in vincoli coniugali hanno saputo tirar fuori quelle che lui chiama  “energie creative sociali”, e hanno raggiunto lo zenit della produttività. Al contrario, le culture completamente prive di un sistema di controllo sulla s e s s ualità sono state sempre danneggiate dalla mediocrità e dal caos. Il pensiero di Unwin può essere sintetizzato in queste sue parole: “Nella storia umana, non c’è un solo esempio di società che abbia conservato le sue energie dopo una generazione completamente nuova che ha ereditato la tradizione di non insistere nella continenza pre e post-nuziale  [...]. La prova è che in passato una classe sociale che aveva raggiunto una posizione di predominio politico a causa della sua grande energia e che, nel periodo della sua crescita, aveva regole s e s s uali molto severe. Mantenendo la sua energia, essa ha dominato la società nella misura in cui ha mantenuto la continenza pre e post-matrimoniale”. 

3. Stando a quanto afferma Janet Epp Buckingham, responsabile di diritto e public policy della Evangelical Fellowship of Canada ad Ottawa, la liberalizzazione dell’attività s e s s uale provoca devastazioni nei rapporti familiari, distruggendo matrimoni e causando problemi psicologici derivanti dall’infedeltà. A tali problematiche vanno sommate quelle espresse da Jill Manning (rappresentante del Heritage Foundation di Washington), il quale afferma che “Dalla ricerca emergono numerosi effetti sistemici derivanti dalla p o r n o g r a f i a presente in internet, che stanno indebolendo la già vulnerabile cultura del matrimonio e della famiglia” e che “Inoltre, è molto difficile se non impossibile, per gli individui o le famiglie combattere da soli i numerosi effetti negativi messi in evidenza dalla ricerca”. 4. Facendo riferimento a diverse riviste scientifiche, vanno citate sei tendenze associate all’utilizzo della p o r n o g r a f i a: minore intimità matrimoniale e appagamento s e s s uale; infedeltà; maggiore appetito per la p o r n o g r a f i a e l’attività s e s s uale associata a pratiche violente, illegali o pericolose; maggiori difficoltà matrimoniali e rischi di separazione e divorzio; svalutazione della monogamia, del matrimonio, della paternità e della maternità; aumento del numero delle persone con comportamenti s e s s uali compulsivi e derivanti da dipendenza. Risulta quindi evidente che nonostante sia un atto solitario quello connesso all’uso di materiale p o r n o, l’impatto provocato da esso ricada sul nucleo familiare e sulla società intera. In poche parole, possiamo situare la p o r n o g r a f i a nell’ottica di una vera e propria piaga sociale. Per concludere, vorrei ricordare che teorie riguardanti una s e s s ualità svincolata da qualsivoglia morale e limite furono postulate a suo tempo dal marchese de Sade, il quale prospettava l’apertura di bordelli nei quali fosse possibile dare libero sfogo ad ogni tipo di perversione che non mi dilungherò a descrivere per questioni di buon gusto. Ad ogni modo, rammenterei anche che il de Sade morì pazzo nel manicomio di Charenton. Segnalato da anonimo e raccolto a cura di Piergiorgio Seveso Fonte

http://www.losai.eu/non-ci-viene-detto-sulluso-p-r-n-g-r-a-f-i-a/

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