martedì 30 settembre 2014

Coltivazione cannabis medica: ecco come l’esercito gestirà la produzione

Coltivazione cannabis medica


Dopo il via libera dei Ministeri della Salute e della Difesa alla produzione di Stato di cannabis medica, lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze si sta preparando per l'avvio delle rigorose procedure che consentiranno di generare un quantitativo di 100 chilogrammi di marijuana medica all'anno, destinata alle farmacie territoriali e ospedaliere italiane.
L'Istituto militare darà garanzia di sicurezza, controllo e rigore nella gestione di un delicato processo produttivo che, per ovvie ragioni, non potrebbe essere assegnato ad altri enti o strutture private. Sarà invece il CRA-CIN di Rovigo l'istituto di ricerca che fornirà le nozioni, le conoscenze e il know how per la coltivazione, e quindi per la selezione delle piante fino alla fase di fioritura della cannabis, alla sua essicazione e all'estrazione dei vari principi attivi, destinati alla produzione dei farmaci cannabinoidi.
Il Centro di Ricerca di Rovigo, fondato nel 1912 dall'agronomo Ottavio Munerati, è infatti già specializzato nella canapa industriale e medica, quest'ultima finora riservata unicamente alla ricerca a scopo di studio e sperimentazione, non quindi alla produzione di medicinali destinati ai pazienti. La struttura, controllata dal Ministero delle Politiche Agricole, è impegnata in varie attività di ricerca in agricoltura, come uno dei più accreditati enti italiani e internazionali per questo settore.
La collaborazione tra lo Stabilimento di Firenze e il CRA-CIN nelle operazioni di coltivazione, fabbricazione della sostanza, confezionamento e distribuzione consentirà una produzione veloce e di qualità, per soddisfare il fabbisogno dei pazienti a partire dal prossimo anno. Come precisato dal Ministro Beatrice Lorenzin, questa sostanza verrà utilizzata per la cura di patologie molto gravi e come terapia del dolore, unicamente sotto prescrizione medica e stretto controllo sanitario. Non sarà consentita in alcun modo, invece, la coltivazione di marijuana da parte dei pazienti.
La produzione del principio attivo caratterizzato da un alto livello di salubrità può essere infatti assicurato soltanto dalla collaudata esperienza degli esperti del settore. Tanto è vero che il CRA-CIN svolge la sua attività in ambienti privi di contaminazioni esterne, attraverso apparecchiature sofisticate e, nel caso della cannabis terapeutica, operando con il solo utilizzo di cloni. La produzione artificiale di cannabis ad uso medicale deve garantire la standardizzazione del principio attivo, possibile soltanto se si osserva una rigida operatività di tutte le fasi di coltivazione e estrazione.
Al di là delle proprietà terapeutiche della cannabis, il Ministro della Salute ha tenuto a precisare la necessità di distinguere la produzione di cannabis controllata dallo stato per scopi medici con la legalizzazione delle droghe leggere, verso cui si è sempre detta fortemente contraria. 

http://www.articolotre.com/2014/09/coltivazione-cannabis-medica-ecco-come-lesercito-gestira-la-produzione/

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